Giorno per giorno, anno per anno, il tempo
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra - e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.
nostro cammina! L'ora ch'è sì lenta
al desiderio, tu la tocchi infine
con le tue mani; e quasi a te non credi,
tanta è la gioia: l'ora che giammai
affrontare vorresti, a cauto passo
ti s'accosta e t'afferra - e nulla al mondo
da lei ti salva. Non è sorta l'alba
che piombata è la notte; e già la notte
cede al sol che ritorna, e via ne porta
la ruota insonne. Ma non v'è momento
che non gravi su noi con la potenza
dei secoli; e la vita ha in ogni battito
la tremenda misura dell'eterno.
Considerazioni forti questa notte...
RispondiElimina"Non v'è momento che non gravi su noi con la potenza dei secoli": se l'umanità, anche solo ogni tanto, se ne ricordasse, forse avrebbe un po' più cura e rispetto del proprio presente e del proprio futuro.
Ciao Miss Terry, bacioni di tremenda misura.
Ada Negri non può non ricordare, al netto dell'esperienza della pazzia e dell'internamento in manicomio, una Alda Merini ante litteram.
RispondiEliminaNata e cresciuta in quella bassa Lombardia (fra Lodi, Codogno e Motta Visconti) di fine secolo, ancora rigorosamente contadina, con quelle sterminate campagne permanentemente puzzolenti di concime che garantivano un minimo di benessere ma non è che appagassero l'occhio e men che meno l'olfatto, ha sempre scritto con implacabile diffidenza verso l'erudizione e il bel verseggiare di matrice manzoniana.
Per certi versi quasi femminista, nella sua ricorrente critica della prepotenza maschile contro la superiorità intellettuale e morale delle donne, che oggi è dato scontato ma cent'anni fa proprio no.
Questa è una delle sue poesie più solenni, in cui Ada quasi quasi gioca a fare la poetessa professionista e, senza probabilmente volerlo, ripercorre i passi di una Leopardi al femminile, senza nobiltà e senza letture matte e disperatissime ma con uno sguardo lucido e disincantato sulla beffarda giostra del tempo.
"la beffarda giostra del tempo"
RispondiElimina"rispetto del proprio presente e del proprio futuro"
La vita. Capirla come si fa? Forse quando se ne scopre l'essenza è il momento della fine.
ciao grazie miei cari amici